La Vera Storia dell’Umbrarum Regni Novem Portis : Le Nove Porte del Regno delle Ombre

Last updated on February 17th, 2024 at 09:53 am

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Potremmo ancora avere una speranza di toccarne una vera copia in questa vita..

Authored by Aristide Torchia Via House of The Elzevir

Le Nove Porte del Regno delle Ombre, “Umbrarum Regni Novem Portis” un libro di uno spagnolo-italiano di nome Aristide Torchia, il quale lo avrebbe scritto sulla base delle incisioni e delle informazioni che avrebbe trovato in un altro libro già raro per la sua epoca, il “Delomelanicon”, o Invocazione delle Tenebre, il nome Delomelanicon deriva infatti dal greco “Delo” che tradotto significa “Chiamare” e “Melas”, cioè “Oscurità”. Si dice che questo libro sia stato scritto da Lucifero stesso, l’Angelo ribellatosi a Dio, dopo la sua espulsione dal cielo, o Caduta.


Usando il testo, o avendo conoscenza per usarlo, si presume che si potrebbe invocare il Principe delle Tenebre.

Il Grand Grimoire, altro libro dell’Antica Religione, che precedette il libro di Torchia di qualche secolo, si spinse perfino a trascrivere incantesimi per controllare il demonio. Le Nove Porte del Regno delle Ombre a nostro giudizio fu sicuramente un’evoluzione del Grand Grimoire.

Pare che il Delomelanicon venga menzionato dal profeta Daniele, da Ippocrate, da Flavius Josephus, e Papa Leone III. La prima menzione diretta si trova nel papiro di Turis, scritto oltre 3300 anni fa. Sembra anche ricorrente nel “Corpus Hermeticum”, in “Asclemannders”, e che una copia venisse custodita nella biblioteca di Alessandria .


Una copia, questa, forse appartenuta a Re Solomon, o Salomone, e che sarebbe stata bruciata nel 1351 d.C. per ordine personale di Papa Innocenzo VI che sentenziò: “Questo libro contiene rituali per evocare i diavoli.“.

I Torchia erano una famiglia veneziana , ma di origine spagnola da Toledo. Commercianti benestanti che importavano merci dalla Spagna e dalla Francia. Il giovane Aristide viaggiò attraverso l’Europa fin da giovane, arrivando in Olanda, dove divenne apprendista libraio nella Casa Editrice degli Elzevir.


Dopo aver appreso i rudimenti ed i segreti della rilegazione, della stampa, e altri accorgimenti, Aristide andò a Praga dove venne introdotto all’Occultismo e all’Antica Religione. Le aree europee più esterne al potere della Chiesa di Roma erano anche le aree dove il Paganesimo prosperava e pulsava. Torchia andò ad abitare presso Jungmannove Square, anche soprannominata la piazza dell’occulto. Si trasferì dopo poco nel quartiere ebraico e qui si istruì sul loro mito del Golem e della sacra formula rabbinica dell’evocazione. Infine risiedette nel quartiere di Mala Strana dove si narra che ebbe la fortuna, o la sfortuna, di trovarsi davanti il Delomelanicon, un’esperienza da cui rimase folgorato e che segnò un punto di non ritorno per il giovane Torchia.

Fece quindi ritorno nella sua Venezia. E fu a Venezia nel 1666 che Aristide Torchia riprodusse nove delle incisioni del famoso “Delomelanicon” nel suo libro intitolato “De Umbrarum Regni Novem Portis” che significa “Sulle Nove Porte del Regno delle Ombre“.
Questo curioso libro porta il marchio di un serpente e di un albero spaccati da un fulmine.

Apophis: l’Oscurità, Il Male della Religione Egizia, raffigurato nel Serpente che si avvolge all’Albero. Un Archetipo per eccellenza.

Un anno dopo aver pubblicato questo libro, la bottega di Torchia fu distrutta dalle fiamme che divorarono i suoi preziosi libri, Torchia venne quindi arrestato e tradotto prima nel carcere di Venezia, e poi in quello di Roma, dove venne torturato per 34 giorni, infine quasi privo di conoscenza venne bruciato a Campo dei Fiori (Le Fleurs du Mal) il 17 Febbraio 1667 con l’accusa di aver praticato stregoneria e servito il Demonio.

Alcuni affermano , da testimone in testimone, che Torchia confessò che una copia delle Nove Porte del Regno delle Ombre era al sicuro, e non rivelò nulla utile al fine di ritrovarla.

Nel corso dei secoli dalla dolorosa dipartita di Torchia pare che invece siano state ritrovate ben tre copie del libro. Un libro di Magia Oscura, o Magia Nera, di circa 160 pagine, contenente 9 illustrazioni.

Torchia (Aristide). De umbrorum regni novem portis. Venetiae, Apud. Aristidem Torchiam. Mdclxvi. Incisione 9 presente.

Biblioteca Fargas, Sintra, Portogallo;

Biblioteca di Coy, Madrid, Spagna, Incisione 9 mancante;

Biblioteca Morel, Parigi,

La copia nella Biblioteca Fargas è stata acquistata dal nonno di Victor Fargas. La Biblioteca Coy in seguito è diventata la Biblioteca di Terral-Coy quando Gualterio Terral ha ereditato la collezione da suo suocero, Don Lisardo Coy.
Questa copia è stata acquistata da COY da Domenico Chiaro la cui famiglia lo aveva posseduto dal 1817.
In seguito fu acquistata da Varo Borja, il rivenditore di libri leader in Spagna e uno specialista in demonologia.
La copia della Biblioteca Morel è stata acquistata dalla mia lontana cugina Frida, la Baronessa Ungern, nel 1949, mentre il pubblico crede che la copia si trovi nella Biblioteca Ungern a Parigi, in realtà è al sicuro nel sud della Francia.
Voglio ricordare che mio cugino il Barone Von Ungern fu riconosciuto dalle popolazione della Mongolia come l’incarnazione del Dio della Guerra.

Aristide Torchia è una figura avvolta nella mistica della narrativa letteraria, conosciuta principalmente attraverso la narrazione de “Il Club Dumas” di Arturo Pérez-Reverte e il suo adattamento cinematografico, “La nona porta” diretto da Roman Polanski. Il personaggio di Torchia, sebbene riccamente dettagliato in queste opere, non è una figura storica ma una creazione di finzione. La sua storia si intreccia con il leggendario libro *Delomelanicon, o Invocation of Darkness*, presumibilmente scritto dallo stesso Lucifero, e con l’opera di Torchia, *De Umbrarum Regni Novem Portis* (*Le Nove Porte del Regno delle Ombre*). Nato nel 1620, la biografia immaginaria di Torchia lo colloca a Venezia, dove fece apprendistato presso la famiglia Elzevir a Leida prima di tornare nella sua città natale. Lì pubblicò opere su temi filosofici ed esoterici. Nel 1666 pubblicò *De Umbrarum Regni Novem Portis*, un libro presumibilmente basato sul *Delomelanicon*. Questo atto portò alla sua condanna da parte dell’Inquisizione per magia e stregoneria, culminata con la sua esecuzione sul rogo nel 1667.
Lo stesso *Delomelanicon* è descritto come un manuale per l’evocazione del diavolo, scritto da Lucifero dopo la sua caduta dal Cielo. Si dice che sia stato menzionato da personaggi storici come il profeta Daniele e Ippocrate, e che esista da quasi 20.000 anni, con la sua prima menzione diretta nel papiro Turis, scritto 3300 anni fa. Si dice che il libro sia stato bruciato nel 1350 per ordine di papa Innocenzo VI. Si dice che il *De Umbrarum Regni Novem Portis* di Torchia contenga nove incisioni riprodotte dal *Delomelanicon*. Dopo la sua morte, si sa che sono emerse tre copie di questo libro, ciascuna con lievi variazioni nelle incisioni, portando a speculazioni sulla loro autenticità e sulla vera natura delle origini delle incisioni, se fossero opera di Torchia o dello stesso Lucifero. La narrazione che circonda Torchia e il *Delomelanicon* è un’affascinante miscela di finzione ed elementi storici, creando un ricco arazzo che esplora i temi della conoscenza, del potere e dell’occulto. Anche se Torchia potrebbe non essere stato una vera figura storica, la sua storia e i libri a lui associati catturano l’immaginazione, invitando lettori e spettatori in un mondo in cui i confini tra realtà e finzione si confondono.

Fumare leggendo certi libri è un vero peccato…

dean corso foto


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