Democrazia : Insultare l’Avversario è ed era il Vero Politicamente Corretto

Last updated on January 9th, 2023 at 12:03 pm

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La Modernità non è progresso ma regresso. Tra le tante prove che sorreggono questa affermazione vengono i fatti storici e tra questi sicuramente lo studio della Società Romana, esso conferma quest’impianto di ingegneria sociale alla rovescia oggi poco rispettato per codardia e vigliaccheria.

Authored by Phoebe Weston Via Daily Mail

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DailyMail:

Più di 2000 anni fa, il famoso politico romano Marco Tullio Cicerone accusò il suo nemico Clodio di incesto con i suoi fratelli e sorelle.
Ma lontano dall’essere sconvolgente per le persone che vivevano in quel momento, questo tipo di insulto era solo una parte della normale vita di tutti i giorni, secondo un importante storico.

Il professor Martin Jehne della Technische Universität Dresden afferma che gli insulti moderni non sono nulla in confronto a quelli lanciati intorno all’antica Roma.

Secondo le scoperte dello storico, i Romani erano ancora più crudeli dei Troll di oggi e spesso si sarebbero abbassati ad insulti sessuali per insultare i loro avversari.

Il professor Jehne ha detto che resistere e superare gli insulti può alla fine avere un effetto politicamente stabilizzante nella società, con coloro che si sono scambiati vili insulti e si sono scherniti l’un l’altro lavorano insieme per il loro prossimo futuro.

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Allo stesso modo, avendo la gente comune il permesso di insultare l’élite – che non poteva rispondere – aiutava a frenare in queste ultime le loro “fantasie onnipotenti”, sostiene il professor Jehne.

I dibattiti politici nell’antica Roma furono condotti con grande asprezza e attacchi personali, secondo il professor Jehne.

Il professor Jehne ha detto che insulti vili e insulti sessuali non danneggiavano la posizione di un Romano nella società, diversamente da oggi quando tale comportamento vede gli utenti allontanarsi rapidamente dai social network e perfino banditi dagli uffici pubblici.

“I romani non sembravano preoccuparsi molto. C’era il crimine di ingiuria, di ingiustizia – ma quasi nessuna accusa del genere è mai stata portata avanti”, ha detto.

La calunnia nella Repubblica Romana (509-27 aC) fu estrema, anche per gli standard moderni.

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Durante i dibattiti politici, che a quel tempo erano considerati un relativamente libero passatempo per tutti, i politici si piegavano spesso a insulti sessuali contro i loro avversari.

Argomenti inclusi:
– Incesto
– Impersonare un Re (la Monarchia era disapprovata dalla Repubblica)
“Ragazzo in affitto comune”, (troio, n.d.T.)
– Descrivere chiaramente i genitali l’uno dell’altro (che erano considerati vergognosi)
– Minaccia di eseguire irrumatio, o stupro orale
– Passività nel sesso

Troio!!!! hAHahhaHa Sindaco sei un troio!!!

“Il famoso oratore e politico Marcus Tullio Cicerone (106-43 aC), per esempio, quando difese il suo sostenitore Sestius, non si ritirò dall’accusare pubblicamente il nemico Clodio di incesto con fratelli e sorelle“, disse il professor Jehne – una pratica sessuale che era considerata illegale a Roma.

‘Clodio, a sua volta, accusò Cicerone di comportarsi come un Re quando ricopriva la posizione di console. Un’accusa seria, dal momento che la famiglia reale nella Repubblica romana era disapprovata. ”

Questo differisce da oggi, dove il pensiero intensivo è dato ai limiti di ciò che è permesso nei dibattiti e nei limiti della libertà di parola.

Dopo aver indagato sugli abusi nella Repubblica Romana, il professor Jehne dice che ora è molto più rilassato riguardo ai dibattiti odierni sui social network.

Dice che la sua ricerca lo ha portato a “ridurre considerevolmente il [suo] livello di eccitazione a nuovi abusi nel presente – ad ogni modo, non sono stati gli abusi della libertà di parola a causare la caduta della Repubblica Romana“, ha detto.

“I politici si sono insultati spietatamente l’un l’altro. Allo stesso tempo, nell’assemblea popolare, dovevano lasciare che la gente li insultasse senza poter abusare della gente a sua volta – uno sfogo che, in una profonda divisione di ricchi e poveri, limitava le fantasie onnipotenti dell’élite.

Secondo lo storico, i Romani erano orgogliosi del loro spirito spietato a spese degli altri.

La consideravano una parte importante dell’urbanitas, le forme di comunicazione dei metropoliti, in contrasto con la rusticitas degli zotici campagnoli.

Hahah Zotici campagnoli che al più costituiscono una larga fetta dell’elettorato che è abbindolato ogni elezione comunale dal dopoguerra ad oggi, inferiori persino ai loro avi da quanto si evince dallo studio del Professor Jehne.

Quando sei stato maltrattato, lo hai sopportato e, se possibile, ti sei vendicato eri un Romano in regola con il contributo personale che si intendeva apportare al benessere collettivo“, ecco perchè: “Le dure parole avevano anche un effetto politicamente stabilizzante”.

Oggi in regola con i conti della propria coscienza non c’e’ nessuno perchè si è persa la concezione di cosa sia la realtà collettiva.
Lo Stato è il fondamento ultimo che ci da diritti, non può esistere l’individuo come entità a sè al di fuori dello Stato, ma oggi assistiamo a questi c.d.politici che come cellule tumorali imitano il comportamento di Re Sole e Caligola. Perfino i preti si macchiano di abuso di potere temporale.

Gli oppositori alla fine riceventi le invettive avrebbero spesso lavorato di nuovo insieme con i loro detrattori e avrebbero mantenuto dopo un contatto normale – dimostrando che non c’erano rancori, ha detto il professor Jehne.
In realtà, questi insulti erano una “parte integrante della vita” nell’Impero Romano.

Togliendo gli insulti abbiamo e ci ritroviamo in una società effeminata, volgarmente aperta, dedita alla lussuria e alla degenerazione.

Non guardo più la TV da anni, vi consiglio di fare lo stesso, vi sentirete più liberi di formulare i vostri giudizi e i vostri insulti con la vostra testa che essere costretti a farlo solo perchè qualche pagliaccio scappato di casa si è inventato un modo per camuffarsi da ribelle salvatore della patria al fine di trovare l’ennesimo modo per sfilarvi senza colpo ferire quei pochi valori che vi sono rimasti addosso.

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