Cerere : La Dea Siciliana della Terra, dei Raccolti, e del Mondo dei Morti

Last updated on July 17th, 2021 at 08:04 am

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Cerere era una Dea del Pantheon Romano, venerata specialmente nella Sicilia Imperiale per via dei buoni profitti sul raccolto del grano. Ma Cerere, o Ceres, possiede anche un lato oscuro.

In Sicilia il più antico santuario di Cerere è situato ad Enna, dove pare i fiori sbocciassero tutto l’anno nella pianura che circondava il tempio. Ma il suo nome e la sua figura erano molto legati al grano e alla raccolta agricola in generale dell’Isola.
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Il suo nome deriva da “Ker” che sta per crescita, o colei che porta la crescita.

Ma c’e’ anche un aspetto infernale della Dea che la lega al Regno dei Morti e cioè dei Virus.

Wikipedia:

Cerere è legata anche al mondo dei morti attraverso il Caereris mundus, una fossa che veniva aperta soltanto in tre giorni particolari, il 24 agosto, il 5 ottobre e l’8 novembre. Questi giorni sono dies religiosi, vale a dire che ogni attività pubblica veniva sospesa perché l’apertura della fossa metteva idealmente in comunicazione il mondo dei vivi con quello sotterraneo dei morti. Secondo Festo in quei giorni non si attaccava battaglia con il nemico, non si arruolava l’esercito e non si tenevano i comizi[5]. L’apertura del mundus era un momento delicato e pericoloso, non tanto per paura che i morti uscissero in massa invadendo il mondo dei vivi ma al contrario perché, secondo Macrobio, il mundus avrebbe attratto i vivi nel mondo dei morti, specialmente in occasione di scontri e battaglie[6].

Un altro riferimento al mondo dei morti sembra essere il termine cerritus che significa “invaso dallo spirito di Cerere“. Il termine indica qualcuno che oggi si definirebbe “posseduto” (come il termine analogo larvatus). Secondo Renato Del Ponte questo termine potrebbe rivelare un’antica concezione della dea come mater larvarum (“madre degli spettri”), anche in relazione al fatto che il termine cerritus viene definito da Marziano Capella come vox obsoleta, “termine antiquato” quindi “arcaico”.

C’e’ un parallelo tra possessione demoniaca ed essere infettati da un virus, è un’evidente analogia.

Ho già scritto che l’epidemia va interpretata per chi ha un pò di vera Fede come la Collera degli Dei,
nella teologia romana tali eventi erano infatti fenomeni anormali che manifestavano infatti la rabbia divina per l’empietà umana.

Ecco perchè il culto di Cerere doveva anche racchiudere in sè l’interpretazione di una espiazione straordinaria dopo un fallimento delle colture e una conseguente carestia.

La Dea Cerere fu nominata nei disastri che accompagnarono il tempo della Seconda Guerra Punica: durante lo stesso conflitto pare che un fulmine colpì il suo tempio ad Enna.
Anche i disastri vulcanici pare avessero a che fare con l’Ira della Dea.

Comunque, secoli dopo Giuseppe Piazzi

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onorò la Dea chiamando con il suo nome l’Asteroide più grande del Sistema Solare che si trova nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, e che proprio lui aveva scoperto lavorando in Sicilia.
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La grandezza di Cerere è più o meno un quarto di quella del nostro satellite lunare, e la sua forma sferica e grandezza lo fecero considerare per molto tempo come l’ottavo (8) pianeta del Sistema Solare.

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A Piazzi fu anche dedicato il nome di un cratere lunare del diametro di ben 100 Km circa.

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