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Arte e Mostre : Quando Vittorio Sgarbi Spacciò Un Clamoroso Falso Come Originale

Last updated on December 22nd, 2022 at 09:42 am

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Per diventare intenditori d’arte, e di quadri, basta conoscere bene la Storia, non andare in televisione,oltre a saper usare il Test al RadioCarbonio per la datazione, l’analisi chimica dei pigmenti del colore, il microscopio polarizzato…

Authored by Laura Pertici Via Repubblica.it

 

Sto studiando proprio questo recentemente.

Anni fa Sgarbi ospitò ad una delle sue mostre un quadro proveniente da un collezionista privato, di cui non fu mai rivelato il nome, che lui disse ed autenticò essere, quale grande esperto di quadri, appartenente , come creazione, ad Adolf Hitler. Dal quadro giudicò l’artista come un folle che dipingeva miseria, la prova , lui disse, della disperazione interiore di Adolf Hitler.

Questo quadro:

Il critico: “Potrebbe essere stato fatto da Kafka, dice molto della sua psiche: qui non si vede la grandezza, qui si vede la miseria”
“Non il quadro di un dittatore, ma di un poverino, di un disperato”: così¬ Vittorio Sgarbi descrive l’olio di Adolf Hitler esposto in anteprima assoluta all’interno della mostra “Museo della Follia. Da Goya a Bacon” che apre domani al MuSa di Salò, sul lago di Garda. Scuro e claustrofobico, il dipinto non era mai uscito prima dalla casa del collezionista tedesco che lo ha prestato, attratto dal progetto della mostra, chiedendo perì² che non venisse reso pubblico il suo nome. Il valore artistico dell’opera? “E’ una cagata”, dice lo stesso Sgarbi

Il piccolo olio, prestato da un collezionista privato tedesco non era mai stato esposto prima. A livello artistico, secondo Sgarbi, “è una cagata, è un quadro di un disperato, potrebbe essere stato fatto da Kafka, dice molto della sua psiche: qui non si vede la grandezza, qui si vede la miseria”.

In realtà quel quadro non è di Adolf Hitler.

Hitler non dipinse mai quadri del genere, neanche a pagamento.

Se qualcosa lega quel quadro indirettamente o direttamente ad Adolf Hitler quel qualcosa è un qualcuno chiamato Reinhold Hanisch (1884-1937):

nato a Vienna, fu in gioventu’ un partner commerciale del giovane artista Adolf Hitler. Hanisch aveva vissuto con Hitler almeno fino al 1910, e a ragion veduta fu un volgare ladro, criminale, bugiardo, avido, e squallido essere umano.
Infatti Hanisch entro’ per la prima volta in carcere a Berlino e lì rimase per tre mesi nel 1907 per furto e nel 1908 fu condannato a sei mesi di carcere. Nell’Autunno del 1909 riparo’ a Vienna, e trovo’ lavoro come garzone.
Incontrò qualche mese piu’ tardi il giovane Adolf Hitler ed esattamente il 21 Dicembre di quell’anno. Nei primi mesi del 1910 i due misero su una sorta di partnership: Hitler dipingeva cartoline e immagini, soprattutto acquerelli, mentre Hanisch curava la vendita, dividendo ugualmente le somme guadagnate.

Ma dopo poco tempo Hitler ruppe con Hanisch, accusando Hanisch di aver venduto uno dei suoi dipinti (una visione molto curata del Parlamento di Vienna) e incassando l’intero ricavato della vendita per se stesso. Hanisch negò questa accusa, ma il quadro era scomparso. Fu così che Hanisch inizio’ a dipingere, per vendicarsi del suo ex partner, diventando di fatto concorrente di strada per Hitler. Hanisch in quel tempo riforniva un mercante d’arte ebreo di nome Jakob Altenberg.
Nell’ Agosto 1910 Hanisch fu segnalato alla polizia da Siegfried Löffner, l’agente alle vendite delle opere di Hitler. La polizia di Vienna scoprì che Hanisch era registrato a Vienna sotto il falso nome di Fritz Walter. L’11 Agosto 1910 un tribunale viennese condanno’ Hanisch a 7 giorni di carcere.
Nel 1912 fu invece Hitler ad essere segnalato alla polizia da parte di una persona anonima per uso “non autorizzato del titolo pittore accademico”. Probabilmente il pittore Karl Leidenroth che era amico di Hanisch aveva fatto il nome di Hitler su istigazione di Hanisch stesso.

Nel 1912 Hanisch lasciò Vienna per tornare a Gablonz.
Il 20 luglio 1923 Hanisch fu nuovamente condannato dal tribunale distrettuale di Vienna a tre mesi di reclusione per furto.

Dopo il 1930, Hanisch lavorò come pittore producendo acquerelli che incominciò a vendere e spacciare come presunti lavori di Hitler, la cui origine veniva fatta risalire dal falsario come proveniente dai loro trascorsi a Vienna negli anni dieci.
Hanisch spesso dipinse immagini di fiori nello stile del pittore Olga Wisinger-Florian, ma vendendoli come originali di Hitler. Per coprire la frode, l’amico Karl Leidenroth, l’infame, autenticava le falsificazioni. Il 7 Maggio 1932 Hanisch fu condannato a tre giorni in prigione.

Con la nomina di Hitler a Cancelliere nella Primavera del 1933, Hanisch divenne una persona di interesse. Infatti Hanisch pensò di fare soldi fornendo numerose interviste a giornali nazionali e internazionali sull’ -pittore- : “Adolf Hitler”.

Nel 1933 Hitler mandò un mercante d’arte , Feiler, come suo emissario nel viennese, al fine di incastrare Hanisch, acquistando da quest’ultimo immagini autentiche e false di Hitler e riportandole successivamente in Germania.
Lì furono distrutte o trasferite agli archivi del Partito Nazista di Monaco.
Feiler fece visionare le opere acquisite ad Hitler che le riconobbe come falsi clamorosi, e incarico’ Feiler di presentare una denuncia per frode contro Hanisch. Feiler seguì le istruzioni di Hitler e il 6 Luglio 1933 accusò Hanisch di frode.
Hanisch finì in carcere ancora una volta.
Dopo aver trascorso in gattabuia diversi mesi, uscì di prigione ma continuò a forgiare quadri falsi di Hitler come se nulla fosse accaduto.

Il 16 Novembre 1936 Hanisch fu arrestato per l’ultima volta, la sua stanza fu perquisita dalla polizia che rinvenne, oltre a manoscritti su Adolf Hitler, altri quadri falsi di Hitler.
Il 2 Dicembre 1936 il tribunale regionale di Vienna condannò Hanisch per frode.
Hanisch morì il Febbraio 1937 in detenzione per un attacco cardiaco, le cause della morte non sono state mai chiarite.

Si presume che le guardie ebbero il loro crudo passatempo con quel vile truffatore. Poveraccio, non mi fa pena.

I falsi di Hanisch occuparono il personale di Hitler per anni dopo la morte di Hanisch stesso, che non pote’ piu’ fornire informazioni utili al ritrovamento dei numerosi falsi che lui stesso aveva messo in circolazione in maniera tutto sommato..massiccia.

Il 21 ottobre 1942 Hitler ordinò a Heinrich Himmler di distruggere tre quadri falsi, così come altri documenti provenienti dai reperti sequestrati al falsario Hanisch.

E’ chiaro che altri quadri falsi attribuiti da quel falsario ad Hitler sono sopravvissuti ad Adolf Hitler stesso dopo il 1945.

Perfino tentarono di sfregiare un falso, Lol.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/10/04/news/brescia_salo_sfregia_tela_hitler_cacciavite_fanatico_mostra_follia_sgarbi-177334583/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P12-S1.6-T1

 

Analisi

Quell’ olio non appartiene ad Hitler. Hitler non ha mai dipinto quel tetro ed oscuro quadro.

La firma è spudoratamente falsa.

Adolf Hitler firmava i suoi quadri semplicemente con A.H. o con A.Hitler, mai nome e cognome per esteso.

I colori usati in quella porcheria falsata non appartengono a quelli usati da Adolf Hitler, il quale odiava le nature morte, e l’oscurità, perfino una notte di un’incantevole luce lunare non è mai stata oggetto dei suoi pensieri davanti ad una tela.

Qui alcuni quadri (ne esistono tanti altri ma comunque le loro tonalità colorate non cambiano) del giovane Adolf Hitler, i veri quadri e non falsificazioni storiche propinate da ciarlatani:

Ne consegue che Vittorio Sgarbi è un falsario.

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