Capitale e Pandemia : In Milioni Lasciano Il Posto di Lavoro O La Professione, Che Succede ?

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Last updated on February 12th, 2023 at 07:55 am

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Ho visto uno speciale americano sul fenomeno ed ho pensato…sicuramente avverrà anche qui, malgrado la disoccupazione imperante, infatti…

Authored by Patrizia Maciocchi Via Sole24Ore

La chiamano The Great Resignation – Le Grandi Dimissioni

Strabiliante la somiglianza tra questa … esperta…. e la nostra Barbara Gallavotti

C’e’ oggi presente nei media un’esperta su tutto a rassicurarci. Una figura assistenziale per i nostri dubbi, un angelo a cui dare ascolto e avere fede. Ma neanche Dio prestò a lungo ascolto e fede nel suo angelo favorito…

Il Corriere della Sera ha coraggiosamente affrontato il problema:

Dimissioni post Covid, perché aumentano dagli Usa alla Cina. In Italia lasciano donne e neogenitori

«Ne vale davvero la pena? Sono felice a lavoro?». Per milioni di americani la risposta sembra essere negativa. Negli Stati Uniti si parla di un fenomeno nuovo soprannominato “Great Resignation”, la “Grande Dimissione”, dal Washington Post. Secondo i dati del Dipartimento del Lavoro, circa 4,3 milioni di lavoratori statunitensi hanno lasciato il lavoro in agosto, una cifra che si espande a 20 milioni se si fa partire il calcolo da aprile. Molte di queste dimissioni hanno interessato i settori della vendita al dettaglio e dell’ospitalità, con i dipendenti che hanno scelto di abbandonare lavori pesanti, in Italia diremmo gravosi, e a basso salario. Complice la pandemia, che ha portato al centro il tema della salute personale, milioni di persone sembrano rifiutare i lati oscuri del lavoro. Mestieri e carriere vengono ora visti sotto una luce nuova.

A rendere evidente il trend è anche il fatto che negli States i salari siano aumentati negli ultimi mesi, si pensi a Mc Donald e all’aumento del 10% della busta paga o al +8% annunciato da Amazon , ma le imprese faticano ugualmente a trovare personale. I sintesi l’esperienza di una prolungata emergenza sanitaria pubblica ha spinto una miriade di americani a rivalutare le loro opzioni professionali. «Questa pandemia va avanti da così tanto che sta influenzando le persone mentalmente e fisicamente», ha detto al Wall Street Journal Danny Nelms, presidente del Work Institute, società di consulenza. «Tutti questi fattori stanno spingendo le persone a riflettere sulla loro vita, sulla loro carriera e sul loro lavoro. Aggiungete a questo oltre 10 milioni di nuove aperture, ed ecco che la possibilità di fare qualcosa di diverso non sembra più impossibile». Ci si licenzia, in breve, per cercare qualcosa di meglio senza accontentarsi dello stipendio a fine mese. Tempo libero e benessere sembrano battere la mera ragione economica.

Nel nostro Paese

E in Italia? Mancando un mercato del lavoro vitale come quello americano, i salari crescono poco e non abbiamo ancora recuperato i livelli occupazionali dal pre-pandemia, il fenomeno delle grandi dimissioni è nettamente ridotto. Anzi, tra 2020 e 2021 abbiamo assistito all’unicum del blocco dei licenziamenti. I cambi vita, ad ogni modo, ci sono anche in Italia e si legano all’organizzazione del lavoro mutata in pandemia e ai rapporti con colleghi e superiori. Possono incidere l’ambiente tossico non più tollerabile, l’orario monstre da 1o ore al giorno o l’abbandono totale del lavoro da remoto, che significa meno tempo libero e il ritorno alla vita pendolare per una buona fetta di italiani. Non a caso ad oggi diversi recruiter segnalano come già in fase di colloquio i candidati chiedano se l’azienda X garantisce giorni in smart working o meno. A dimostrazione di quanto siano mutate le esigenze dei lavoratori (o meglio di quanto ora se ne parli liberamente).

E’ una costante dei giornali italiani. Dire che tutto va bene , come in occasione dei ridenti e festaioli Leader del G20 a Roma in questi giorni, quando invece tutto è alla malora.

IlSole24Ore:

Aumenta il numero di cancellazioni alla Cassa forense degli avvocati trentenni e a dire addio alla professione sono più le donne
Ogni quattro nuovi iscritti alla Cassa degli avvocati ce ne sono tre che la lasciano. E ad andarsene sono sempre più i trentenni, mentre diminuiscono le uscite degli over 40. A dire addio alla professione sono più le donne, ma in linea generale negli ultimi anni il totale delle cancellazioni dalla Cassa forense raggiunge una quota che oscilla tra il 75 e l’84% delle nuove iscrizioni.

È questo il quadro che emerge dai dati forniti da Cassa forense, su new entry e abbandoni, con un saldo che, secondo…
[…]

Di più non si può leggere perchè ilSole24Ore lo possono leggere solo quelli che “hanno i soldi”, cioè chi guadagna dalle 4000 e rotte in su al mese in Italia.
Grazie comunque e di tutto. Non ci resta che ipotizzare.

Ad esempio, ipotizziamo che voglia un contributo statale o regionale per la mia piccola impresa di questi che propagandano incessantemente. Per averlo prima devo pagare per mettere in regola tutto più di 5000 € , allora ipotizzo che un giovane anche con un immobile di proprietà ma senza questo capitale adeguato non potrà mai accedere al contributo per avviare la sua attività.

Ad esempio, ipotizziamo che un avvocato iscritto regolarmente ed esercitante la professione sia costretto a pagare più di 5000 € l’anno alla Cassa forense,allora  ipotizzo che i miei ex compagni di Liceo oggi siano mantenuti ancora dai loro papà, alcuni un tempo corrotti funzionari della P.A., e che stiano tentando di entrare via concorsi targati Brunetta nella Pubblica Amministrazione, o che facciano domanda RDC. Ma sono solo ipotesi, niente di quello che accade.

Ma prendiamo un altro settore, veramente cruciale per l’economia, per la produzione, che poi è il motore che fa girare un paese, una nazione, non certo gli impiegati di tutte le P.A., dato che costoro non producono alcun reddito, essendo pagati dallo Stato (e fanno pure i gradassi…), e questo è il settore dell’Informatica.

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Non credo esista un paese nell’Europa Unita dove la tecnologia non è pienamente sviluppata e pienamente tenuta in considerazione più dell’Italia.
Gli italiani, la stragrande maggioranza di essi, sanno usare e vivono solo su facebook, al meno Instagram, e Whatsapp. Non conoscono altro, non sanno fare altro.
Le aziende , sia grande che piccole, compresa l’azienda Stato, non investono in sicurezza informatica, nonostante siano chiamate a gestire grandi database di dati di tutti i tipi, dati sensibili, che devono e dovrebbero essere protetti per fini di privacy e segretezza della corrispondenza. Eppure sono sicuro che se si investisse nell’insegnamento scolastico di questa materia, e contemporaneamente in corsi per P.A. e pubblico settimanali potremmo ridurre il gap.

L’Italia è anni indietro l’intera materia e sub-materie comprese. La tecnologia non solo non viene sfruttata ed incentivata ma viene derisa ed umiliata.

I giornali pompano notizie su iniziative per l’ambiente, che in effetti sono molteplici. Ad esempio per ottenere la c.d. Spiaggia a Bandiera Blu esiste un lungo elenco di iniziative che un Comune deve attuare in rispetto dell’ambiente e delle utenze. L’ambiente viene promosso nelle scuole, in televisione, su Internet, ovunque ma non iniziative per fornire una preparazione informatica alla gente, ai lavoratori, a tutti.

Comunque per ritornare al tema principale, il fenomeno , secondo l’esperta…. americana, ha sicuramente implicazioni dovute agli effetti della Pandemia e della sua cattiva gestione da parte di stampa e governi. Tanti hanno scoperto se stessi, e che la vita è troppo breve per essere sprecata invano per quattro soldi, sotto orari calzanti, stress, umiliazioni, malattie, e disastri vari. Tutte cazzate.

In realtà la spiegazione del fenomeno è più semplice di qualunque fantasia, e la riassumeremo così: “..Oggi se vuoi lavorare allora devi pagare: il tuo datore di lavoro, grazie ad ore in più racimolate qui e là, tra un favore e un altro, e grazie ad ore, giorni e/o mesi in nero, devi pagare lo Stato fino al 45% del tuo incasso, devi pagare per trasportarti, devi pagare per mantenere efficiente il trasporto, e poi alla fine devi pagare per casa o affitto, luce, gas, cibo, medicine, suppellettili, vestiario, comunicazioni, pizza e gelato con gli amici, etc.

Tutto è stato messo in discussione, e siamo ancora in questa fase. Discutere sul da farsi. Mentre l’inflazione si è IPER-IMPENNATA,  con i carburanti e risorse energetiche in testa al volo, chip shortage, e trasporti in ginocchio. Tutte cose che stanno fermando la Produzione, il cuore pulsante dell’economia di un paese. Ma non fermeranno Dio.

 

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