Dal Blueprint di Dio Alla Morfologia della Leggenda, Ovvero Dal Set di Mandelbrot Alla Valle della Morte in Yakutia

Last updated on December 27th, 2022 at 08:29 am

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Essendo il set di Mandelbrot il Blueprint di Dio, quando attraverserò la Valle della Morte non temerò alcun male, perchè Lui è con me.

Authored by Benoît Mandelbrot Via Fractals – Authored by Ivan Matskerle Via Expedition Journal

 

Update 2 September 2022:

Visto il successo di questo post, e della sua materia, annunciamo che stiamo ultimando il lancio di una nuova Serie dopo War On Westworld che verterà su questo tema,
il suo titolo “Il Segreto Finale di Dio e dell’Universo” , serie basata sullo studio di Peter Plichta e sullo studio dell’Universo Olografico.

Data di Lancio prevista:[Novembre/Dicembre 2022]


Quando studiavo Economia capii che l'”insieme” di quella materia era tutta una bolla, o una balla, secondo i punti di vista, e non avevo ancora studiato il significato dei frattali così come Mandelbrot lo aveva concepito.

Non c’era ordine in quelle teorie, non erano teorie ma solo supposizioni, un’ “insieme” di bolle di schiuma che avevano il tempo di veleggiare in aria fino a scomparire. Casualità non ordine, e il compito dell’uomo in questa bolgia grottesca , per come si studiava la materia, era solo cercare di frenare l’irrefrenabile e inesorabile avanzata del caos, l’uomo, in sostanza, con l’Economia cerca di simulare l’ordine sul caos come se fosse un Dio di un sistema, ma lui non è un Dio, e questo “sistema” non è un vero sistema.

Il Buddhabrot è la distribuzione di probabilità sulle traiettorie dei punti che sfuggono al frattale di Mandelbrot. Il suo nome riflette la sua somiglianza pareidolica con le raffigurazioni classiche del Buddha.

Wikipedia:

Mandelbrot ha visto i mercati finanziari come esempio di “casualità selvaggia“, caratterizzata da concentrazione e dipendenza a lungo raggio. Ha sviluppato diversi approcci originali per la modellazione delle fluttuazioni finanziarie. [20] Nel suo lavoro anticipato, ha scoperto che i cambiamenti dei prezzi nei mercati finanziari non seguono una distribuzione gaussiana, ma piuttosto le distribuzioni stabili di Lévy con varianza infinita. Ha trovato, ad esempio, che i prezzi del cotone hanno seguito una distribuzione stabile lévy con parametro α pari a 1,7 piuttosto che 2 come in una distribuzione gaussiana. Le distribuzioni “stabili” hanno la proprietà che la somma di molti casi di una variabile casuale segue la stessa distribuzione ma con un parametro su scala più grande. [21] Quest’ultimo lavoro dai primi anni ’60 è stato fatto con i dati quotidiani dei prezzi di cotone dal 1900, molto prima che introdusse la parola “frattale”. Negli anni successivi, dopo che il concetto di frattali era maturato, lo studio dei mercati finanziari nel contesto dei frattali è diventato possibile solo dopo la disponibilità di dati ad alta frequenza in finanza. Alla fine degli anni ’80 Mandelbrot ha utilizzato i dati intra-quotidiani dei dati forniti da Olsen & Associates a Zurigo [22] [23] per applicare la teoria frattale alla microstruttura del mercato. Questa cooperazione porta alla pubblicazione dei primi documenti completi sulla legge di ridimensionamento in finanza [24] [25] Questa legge mostra proprietà simili a diverse scale del tempo, confermando l’intuizione di Mandelbrot della natura frattale della microstruttura di mercato. La ricerca di Mandelbrot in questo settore è presentata nei suoi frattali dei suoi libri e ridimensionamento in finanza “[26] e” il comportamento del (MIS) dei mercati “. [27]

Come professore all’Università di Harvard, Mandelbrot ha iniziato a studiare oggetti matematici chiamati set di Julia che erano invarianti sotto certe trasformazioni del piano complesso. Costruite sul precedente lavoro di Gaston Julia e Pierre Fatou, Mandelbrot ha utilizzato un computer per tracciare le immagini dei set Julia. Durante l’investigazione della topologia di questi set di Julia, ha studiato il set che ne è venuto fuori, che prese il nome di set di Mandelbrot (in italiano Insieme di Mandelbrot) nel 1979.

Il set di Mandelbrot non rappresenta l’economia, o se vogliamo solo l’economia degli insiemi, ma rappresenta l’impronta digitale (fingerprint) di Dio, meglio definirlo Blueprint di Dio.

Ciò che ha scoperto Mandelbrot non riguarda le fottute teorie economiche umane, schiuma di sapone, ma riguarda qualcosa di ben più ampio.

Questo frattale è stato “disegnato” fornendo elettricità a due chiodi piantati in un tavola di legno di pino bagnato, non è casualità ma il codice con cui Dio ha “programmato” la materia, chiamatela se volete l’impronta digitale di Dio.

La natura è un frattale, l’intero mondo, l’universo.

L’immagine del frattale “fiume” ci ha incuriosito ed ha spinto i nostri ricercatori su immagini satellitari, eseguendo la ricerca con la convinzione, o supposta convinzione, che se il mondo è “mappato” da frattali allora Dio voleva mostrarci qualcosa.
E così è stato.

Esaminando quei frattali abbiamo notato quella strana serpentina che dovrebbe rappresentare un fiume, anche se veramente dalla forma stile “cucito”. Quel posto ha un nome, è la La Valle della Morte in Yakutia, Долина Смерти

Quel posto ci ha incuriosito parecchio. Si scopre quindi l’esistenza, o la potenziale esistenza, di una sorta di calderoni in rame, enormi, del diametro di circa 9 metri o più, sepolti nel terreno, ricoperti di vegetazione dal tempo, e di parecchie leggende su questi strani oggetti che si perdono nel buio dei secoli.

Wikipedia:

La Valle della Morte è una mitica zona anomala nella valle del fiume Vilyui nella Repubblica di Yakutia. Questa zona si trova nel distretto di Mirninsky della Yakutia, a nord del bacino idrico di Vilyui.

Secondo i documenti dell’appassionato di criptozoologia e ufologia ceco, il viaggiatore Ivan Matskerle[en], i residenti locali parlavano di enormi “calderoni” di metallo rosso con diverse stanze all’interno, che gradualmente affondano nel permafrost. I cacciatori che hanno trascorso la notte in questi “calderoni” successivamente si sono ammalati di una malattia sconosciuta e sono morti. Di conseguenza, l’area in cui si trovano i “calderoni” fu dichiarata “maledetta” e ricevette il nome di Elyuyu Cherkyochuyok (Yakut. 1][3].

Menzioni in lavori scientifici
“A Suntar, mi hanno detto che vicino alla cima di Vilyui c’è un fiume chiamato Agliy timirpit (tradz. grande calderone annegato), che sfocia nel Vilyui. Non lontano dalla sua riva, nella foresta, c’è un enorme calderone di rame nel terreno; solo un bordo ne sporge fuori, così la dimensione effettiva dell’oggetto rimane sconosciuta, anche se si dice che ci siano alberi interi intorno e sulla sommità. Si diceva anche che da lì (dalla cima di Vilyuy) negli anni Trenta del secolo scorso fosse stata estratta una pentola di rame fuso, che andò al sacerdote Nyurba, che in seguito la presentò al suo amico di Olekminsk. Tuttavia, tali storie non sono legate al reinsediamento degli Yakut e, a quanto pare, dovrebbero essere attribuite al regno delle fiabe.

[Il testo del libro di Maak R. K. “Distretto di Vilyuysky della regione di Yakut”, p. 37.38]

La prima menzione di un enorme calderone di rame, “affondato nel terreno” nella parte superiore del Vilyui, si riferisce alla seconda metà del XIX secolo. Dal 1853 al 1855, la spedizione del Dipartimento siberiano della Società geografica russa, guidata dal geografo, naturalista ed etnografo Richard Karlovich Maak, condusse ricerche scientifiche nei bacini dei fiumi Vilyui, Olekma e Chona. Maak studiò il terreno, la geologia e conobbe anche i popoli che abitavano questa regione[4]. La storia del calderone è presentata come una fiaba locale nel suo libro “Vilyuisk District of the Yakut Region”[5].
Le strutture incomprensibili della Valle della Morte, così come sono state presentate dall’artista Yuri Mikhailovsky secondo le storie di un vecchio nomade[6]:

Tentazione di Descrizione : Un disco volante sepolto, della flotta atterrata qualche migliaio di secoli fa in Yakutia

“Calderoni” nella Valle della Morte, sono state presentate dall’artista Yuri Mikhailovsky secondo le storie di un vecchio nomade[6]

Nel 2006 Ivan Matskerle ha organizzato una spedizione alla ricerca di misteriosi calderoni nella Valle della Morte. Dalle note di Ivan Matskerle[3]:

La gente del posto afferma che la Valle della Morte è, in effetti, un’intera catena di luoghi simili lungo il fiume. Per esplorare questa sezione di 200 km, l’abbiamo divisa in più parti. Fermandoci al punto previsto, ci accampammo e iniziammo la ricerca. Per la ricognizione dall’aria è stato scelto un paracadute motorizzato. Il nostro pilota Pavel ha sorvolato la foresta, ha filmato aree di nostro interesse e al nostro ritorno abbiamo studiato attentamente il filmato. “L’ho trovato!” – un giorno si udì la voce gioiosa di Pavel, che faceva un altro sbarco nei pressi del campo. A est del fiume vide dei cerchi molto insoliti. Ci siamo accalcati intorno alla sua macchina fotografica e abbiamo iniziato a scrutare con impazienza le ultime foto. In effetti, tra il verde della foresta si potevano scorgere cerchi concentrici assolutamente regolari. Abbiamo determinato le loro coordinate, rallegrandoci del fatto che, a quanto pare, abbiamo trovato tracce del primo calderone … Abbiamo scoperto il secondo luogo simile a pochi chilometri lungo il fiume quando la neve si è sciolta.

I viaggiatori riferiscono che un potente campo magnetico opera nelle posizioni dei “calderoni”. Tuttavia, la spedizione ceca non disponeva di attrezzature costose per un’indagine dettagliata. Nella loro intervista, i ricercatori riferiscono:

Ma il fatto che nella foresta sconfinata sia stato possibile trovare qualcosa che assomigli a “calderoni” è un grande successo. Ora conosciamo le coordinate GPS esatte dei “calderoni”, e se un’altra spedizione vuole seguire le nostre orme, possiamo trasmettere loro le informazioni raccolte.

Nel 2011, la spedizione della troupe cinematografica dei Seekers of Yakutia nella Valle della Morte ha effettuato rafting sul fiume Olguydakh. La spedizione non ha trovato calderoni, ma in una delle paludi è stato trovato uno strano oggetto, chiamato “pietra di gomma”[8]

Il fatto è che conoscevamo da tempo un’altra storia sui calderoni. Un cacciatore esploratore russo tra gli anni quaranta e gli anni settanta esplorò ripetutamente quell’area. Descrisse anche il metallo del calderone, gli sembrava come nuovo di zecca, e seppur in apparenza sembrava rame in realtà era come coperto da una patina di un altro materiale. Provò a scalfire quel metallo ma non ci riuscì in nessun modo, nè sparandogli col fucile, nè colpendolo con l’ascia. Tuttavia l’unica cosa che tirò fuori dall’interno di quella struttura fu una sfera dello stesso metallo “alieno” in apparenza ma scura, nera al più , del diametro di un uovo di gallina, e la porto con sè.

Il ritrovamento di queste sfere nere di metallo ed altri strani oggetti pare diventò una cosa comune quando da quelle parti fecero dei lavori per erigere una diga.

Un’altra leggenda narra che 6 di queste sfere nere di metallo sono state comprate da un eccentrico filantropo americano, e custodite in un caveau di una banca di Las Vegas. Altre leggende parlano di strani boati e palle di fuoco come fenomeni ricorrenti osservati dai locali di quell’area, fino ad un test nucleare condotto nel 1954 dai Russi che andò molto oltre le aspettative previste, cosa che agitò il Governo che decise di condurre ricerche più approfondite in quell’area.

Anche Tunguska fu interessata da una famosa esplosione, che ormai quasi tutti gli scienziati concordano essere stata provocata da un corpo extraterrestre

Le spedizioni inviate nell’area negli anni ’50 e ’60 hanno trovato microscopiche sfere di silicato e magnetite nel setaccio del terreno. Si prevedeva l’esistenza di sfere simili negli alberi abbattuti, sebbene non potessero essere rilevate con mezzi contemporanei. Le spedizioni successive identificarono tali sfere nella resina degli alberi. L’analisi chimica ha mostrato che le sfere contenevano elevate proporzioni di nichel rispetto al ferro, che si trova anche nei meteoriti, portando alla conclusione che fossero di origine extraterrestre. Anche la concentrazione delle sfere in diverse regioni del suolo è risultata coerente con la distribuzione prevista dei detriti da un’esplosione d’aria di un meteoroide.[29] Studi successivi delle sfere hanno trovato rapporti insoliti di numerosi altri metalli rispetto all’ambiente circostante, il che è stato preso come ulteriore prova della loro origine extraterrestre.[30]

L’analisi chimica delle torbiere dell’area ha inoltre evidenziato numerose anomalie ritenute coerenti con un evento di impatto. Le firme isotopiche di carbonio, idrogeno e azoto nello strato delle paludi corrispondenti al 1908 sono risultate incoerenti con i rapporti isotopici misurati negli strati adiacenti e questa anomalia non è stata trovata nelle paludi situate al di fuori dell’area. La regione delle paludi che mostra queste firme anomale contiene anche una proporzione insolitamente alta di iridio, simile allo strato di iridio che si trova nel confine Cretaceo-Paleogene. Si ritiene che queste proporzioni insolite derivino dai detriti del corpo in caduta che si sono depositati nelle paludi. Si ritiene che l’azoto sia stato depositato sotto forma di pioggia acida, una sospetta ricaduta dell’esplosione.[30][31][32]

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