From Hell In The Dark : L’Ultima Sbalorditiva Ipotesi Sull’Identità del Mostro di Firenze Aiuterà A Trovare La Verità ?

Last updated on December 22nd, 2023 at 06:24 pm

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Odiavo il mio professore di francese, uno schifoso, spero che sia ora cibo per vermi. Uno che faceva particolarità e ti umiliava per nulla solo perchè appartenevi ad una classe sociale inferiore e non eri in grado di impressionarlo con nessun tipo di aiuto o convenzione medio-borghese. Lui era un sosia di Pierluigi Vigna….

Authored by Paolo Franceschetti via Interviews and Internet Videos

Authored by Alessandro Flamini and Dario Quaglia via Youtube Mostri di Firenze Channel

Tramontate le piste di Bevilacqua-Zodiac, e del legionario Vigilanti, è attualmente alla ribalta una delle più accreditate piste indiziarie mai messe in piedi in quaranta lunghi anni.

Questa che seguirà è la ricostruzione ipotetica della vera, ma ancora non definitiva, identità del Mostro, o dei Mostri, di Firenze.

fact

Questi dettagli che seguono sono sia fatti che ipotesi, non accuse ma teorie, il tutto è condizionale alla causa, e per quanto possa sbalordire leggerlo:

Non Esiste, o non Dovrebbe Esistere, Nessuno Al Di Sopra Della Legge, morti e procuratori inclusi nella lista.

Ma prima di rilasciare il Kraken, ci sembra doverosa una piccola Ode a Pacciani

pacciani

Pacciani eri un piccolo porco incestuoso di paese, disprezzato, perfino odiato. Nessuno ieri, oggi o in futuro ti rimpiangerà. Sei stato scelto per sacrificarti come “Nostro Signore – Gesù tuo Fratello” proprio per queste tue sincere qualità di bassezza e pochezza. Ma non eri tu il Mostro. Se solo i Media avessero detto la verità. Nel tuo giardino, a cui dedicavi tanta cura, più cure delle tue figlie e della tua moglie, non fu mai ritrovato un bossolo di un proiettile calibro .22 per Beretta ma solo …un fottutissimo proiettile vecchio ed intero calibro .22 che in milioni in tutto il mondo tengono ancora in casa e al lavoro, e che non era certo un “bossolo” di un proiettile sparato dalla famigerata beretta calibro .22 del Mostro. E la paccianata dell’asta a guida-molla avvolta nel tuo panno e spedita agli inquirenti fu ancora più penosa come mossa da parte dei Massoni, ma ormai il tuo destino era segnato, dalla lettura di quel fascicolo del 1951.

I Fatti

Nel corso di uno dei nostri training PsyOp abbiamo avuto davanti da “studiare”, insieme a centinaia di altri processi, anche il Processo Pacciani, e meno male che è stato l’ultimo della serie di questo particolare training.
Il Processo ci interessava anche poichè avevamo avuto modo di seguire le vicende del Mostro in un precedente articolo sommario su serial killer e sette sataniche (tra le altre cose uno sviluppo di questo articolo è stato pubblicato qualche giorno fa).
Credo per oltre quaranta giorni o poco meno ci siamo sorbiti tutto il processo in Corte D’Assise, con Pacciani, e poi in Corte d’Appello, senza Pacciani. Infine quello sui Compagni di Merende.
Il tutto levigato da tutti i documentari trasmessi dal 1974 ad oggi sul caso.

Un particolare ci ha condotto alla stesura di questo post e alla sua teoria, peraltro raggiunta e sbandierata da altri prima di noi che si sono occupati del caso, come l’avvocato Franceschetti.

[Le Informazioni Dure Ad Uscire Dalla Stampa Sono Prima Indurite A Dovere Dalle Procure]-[Impiegano Anni Luce Prima di Giungere a Destinazione]-[Questa in particolare, e altre che seguiranno, hanno impiegato quaranta lunghi anni circa…]

Ci siamo chiesti come mai la Polizia non avesse organizzato appostamenti trappola per il Mostro. Credo era la prima cosa da fare dopo aver intuito che si trattava di omicidi seriali.
Ma poco dopo martellando con questo dubbio abbiamo invece scoperto che gli appostamenti trappola sulle colline intorno a Firenze venivano eseguiti e anche massivamente da agenti scelti, uomini e donne.

Da questa scoperta siamo arrivati alla vera ricostruzione della scena criminis generale che aveva luogo nel corso dei delitti tra rovi e cespugli. Vogliamo però prima anche ricordare che un testimone al Processo Pacciani parlò di un’auto della Polizia con un solo uomo a bordo che fu avvistata in direzione dei luoghi di uno dei delitti in orario notturno.

[Polizia.Cacciate Fuori I Documenti.]

Durante i loro accoppiamenti i ragazzi venivano allertati dall’assassino bussando con la pistola sul finestrino delle portiere laterali.
Le vittime tiravano giù i finestrini e venivano chiesti loro i loro nomi e i loro documenti.
L’assassino diceva loro di posare i documenti e rivestirsi e quindi uscire dalle auto.
Posati i documenti, sul cruscotto, i ragazzi cercavano quindi di rivestirsi.
L’assassino quindi sparava a bruciapelo sui ragazzi.
Una volta neutralizzati, rialzava i vetri delle portiere, e li fracassava con un corpo contundente.

Nel caso di Paolo Mainardi e Antonella Migliorini qualcosa andò diversamente, le pistole erano due, e questo caso andrebbe riaperto.
La Beretta calibro .22 non poteva forare il parabrezza dell’auto e penetrare pure nel cranio del Mainardi.

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Sulla pistola ci sono comunque dubbi che sia la stessa del 68, qualcuno sostituì i bossoli ritrovati nella scena del crimine, lo stesso qualcuno, forse, che suggerì di andare a scavare in questo duplice omicidio, come se una calibro .22 Beretta fosse una pistola rara in Italia a quei tempi.

L’assassino, o gli assassini, agiva indisturbato, nonostante quelle campagne potessero brulicare di poliziotti, e per essere sicuro di non ucciderne due di loro, si assicurava, chiedendo loro i documenti, che non lo fossero, tuttavia anche se non scelse MAI la coppia sbagliata, e agiva per svariati minuti, dopo l’esplosione dei colpi, indisturbato nelle sue opere di scempio e depravazione su quei poveri cadaveri.

Il rapporto dell’FBI ha inquadrato il profilo di questo assassino come di cultura elevata. Quindi, non un manovale, un operaio, un disoccupato, ma qualcosa di più: un professore, un chirurgo…e perchè no…un sostituto procuratore della Repubblica.

Come fa il Mostro a conoscere il numero di telefono dell’abitazione in cui risiedeva Allegranti?

[Le Informazioni Dure Ad Uscire Dalla Stampa Sono Prima Indurite A Dovere Dalle Procure]-[Impiegano Anni Luce Prima di Giungere a Destinazione]-[Questa in particolare, e altre che seguiranno, hanno impiegato quaranta lunghi anni circa…]

Paolo Mainardi è stata l’unica vittima a sopravvivere alle barbarie del Mostro fino all’arrivo dei soccorsi.

La Dottoressa Silvia Della Monica nel 1982 seguì proprio il caso di Paolo e Antonella. Ebbe l’idea di far sapere al Mostro attraverso i già allora “fedeli” media che Mainardi era riuscito a raccontare dettagli preziosi sull’identità del suo assalitore ad Allegranti, autista dell’ambulanza che arrivò sulla scena e che estrasse Paolo per portarlo in ospedale.
Pochi giorni dopo Allegranti ricevette una telefonata anonima in questa casa dove si trovava in vacanza: una voce elegante, in perfetto italiano, gli intimava di rivelargli cosa gli aveva detto il Mainardi prima di morire. Allegranti si spaventò e disse al tizio la verità, cioè che Paolo non aveva mai ripreso conoscenza fino a morte sopraggiunta.

Ora possiamo spiegare perchè l’assassino spedisce un lembo di seno alla Dott.ssa Della Monica qualche tempo dopo, e oltre questo anche il fatto che subito dopo il delitto, o lui, o chi per lui, si diresse indisturbato decine e decine di chilometri a valle, in centri abitati, con possibilità di incappare in posti di blocco, per spedire la famigerata lettera.

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Ma cosa lega il Sostituto Procuratore Pierluigi Vigna e non un altro magistrato qualunque tra Firenze e Perugia ai delitti del Mostro?

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Vigna, figlio di una prestigiosa famiglia fiorentina, collegata ad altre prestigiose, come i Frescobaldi, e i Calamandrei, è nato a Borgo S.Lorenzo, a poche centinaia di metri da dove uno dei delitti venne poi perpetrato.
Vigna si dilettava a sparare in un poligono, vicino ad uno dei luoghi dei delitti.
Vigna si trovava vicino, molto vicino ai luoghi dei delitti, durante almeno tre di essi.
Vigna abitava in  una casa a poche centinaia di metri da un altro dei famigerati delitti.

La calibro .22 non può forare i vetri delle auto, Vigna infatti firmò la perizia balistica nel famigerato delitto del 68, lui sapeva fin dall’inizio chi incolpare.

Nessuno gli chiese mai conto di nulla, era un sostituto procuratore, non potevano.
Il 9 Settembre del 1983, Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch venivano trucidati dal Mostro. Pochi giorni dopo la signora Carolina Ricci, moglie di Pierluigi Vigna,

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chiamò alcuni giornalisti, e confidò loro che il marito ostacolava attivamente le ricerche del killer seriale, e che se qualcuno voleva veramente scoprirne l’identità allora doveva incominciare a cercare nella scrivania e nei cassetti del marito. Venti giorni dopo il delitto dei ragazzi tedeschi, il 29 Settembre la signora Carolina venne barbaramente uccisa da “un pirata della strada” rimasto senza un volto ed un nome…
Carolina Ricci era anche molto amica di Mariella Ciulli, moglie del farmacista Calamandrei.
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Proprio come in From Hell quella giovane prostituta non fu più in grado di raccontare a nessuno che aveva avuto un bambino dal Principe e futuro Re d’Inghilterra dopo che le fu applicata una lobotomia, la signora Ciulli venne internata in qualche manicomio-clinica privata dopo aver riferito agli inquirenti che : “Vigna sparava, mio marito tagliava
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La Nazione:

“Mariella Ciulli – oggi interdetta sulla base di perizie psichiatriche – sin dal 1985, poco prima del momento della separazione con l’ex farmacista di San Casciano, aveva accusato l’ ex marito di essere legato ai delitti del mostro. Nel 1988 raccontò ai carabinieri che l’ex marito conservava in casa una pistola e qualcosa che aveva a che fare con i duplici omicidi. Una successiva perquisizione nell’abitazione del farmacista ebbe esito negativo. Nel 1991 la donna scrisse un memoriale nel quale affermava che il marito era ”un soggetto malato, rovinato dalla frequentazione di un certo gruppo di persone”.
Per dimostrare che quei racconti erano “deliri farneticanti”, il legale della difesa ha ricordato che, nel dicembre del 1991, la donna disse a un prete che l’ex marito, insieme all’allora procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna – magistrato che indagava sui delitti del mostro – stava preparandosi a compiere un nuovo duplice omicidio, tanto che, sempre secondo la donna, i due, dopo aver individuato un luogo in cui una coppietta era solita appartarsi, erano pronti a colpire.

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Pierluigi Vigna è nato a Borgo S.Lorenzo, poco distante da dove è avvenuto il primo vero omicidio del mostro (Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini, 14 settembre 1974). Conosceva intimamente il farmacista, forse alchimista, Calamandrei. Un altro delitto del c.d. Mostro avvenne a cinquecento metri dalla sua casa (Pia Rontini e Claudio Stefanacci, 29 luglio 1984), non in un bosco qualunque.

La Teoria del Movente Massonico

Come in From Hell, quale è stato il movente che ha spinto alla creazione di un simile ed orrendo disegno criminale perpetrato con efferatezza e vili inganni un gruppo di Massoni tra Perugia e Firenze?

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Piero Luigi Della Vigna doveva essere ritenuto in ambito massonico-esoterico come la Reincarnazione di Pier dalla Vigna, famoso giurista e letterato alla corte del Grande ed eccelso Imperatore Federico II di Svevia, finito dopo una carriera epocale ai “massimi vertici” in disgrazia per “il sol sospetto” di essere un traditore , infatti venne definito dall’Imperatore come un serpente, che con l’inganno voleva aiutare il Papa. Delle Vigne venne accecato e i resoconti dell’epoca, a cui lo stesso Dante Alighieri fece riferimento nella ricostruzione del suo personaggio nell’Inferno, lo diedero dopo questa “mutilazione” come suicida in prigione. Alcuni studi più avanzati affermano che Federico subito dopo si accorse dell’innocenza del suo “gran giudice della corte imperiale” e provò rimorso nell’aver voluto credere a quelle terribili accuse.

Dante colloca Pier della Vigna in una scenografia alquanto familiare a voi tutti, tra rovi e cespugli

Pier della Vigna è colpevole di aver ucciso un innocente , lui stesso, e di averlo fatto con violenza, è colpevole della sua disperazione.

Pier della Vigna , un massimo giurista, uno dell’Elite…..

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veniva mutilato, imprigionato, e decise da solo di giustiziarsi. La fine più ignobile e squallida per uno di loro.

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“Brandello di vite nell’utero”, sarà la tua firma…

I Massoni avrebbero dovuto trovare un modo per vendicare Pier della Vigna,

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e restituire a questo il ruolo e il rango di cui costui doveva fregiarsi invece che l’ignominia dell’accusa di “tradimento“, “la condanna“, la “cecità“, e l’ “omicidio per violenza” perpetrato contro se stesso.

Questa volta non uno dell’Elite ma uno della classe inferiore sarebbe stato vittima di una congiura

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Altri innocenti sarebbero stati vittime del tradimento, sarebbero stati condannati, resi ciechi, si sarebbero suicidati, o uccisi per violenza tra le braccia di cespugli e rovi, tra le braccia di Pier della Vigna, e Il Supremo Magistrato Pier della Vigna sarebbe così asceso di nuovo al suo degno posto…

s it.wikipedia.org 2023.03.26ea 6aa4xgaefzsg


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